Su Inizio Giù

ceni di Ancona ed Osimo dove ritornano
tutti gli elementi caratterizzanti la civiltà picena. Da questa stessa area abitativa e dalle zone vicine provengono altri materiali
tra cui compaiono anche ceramiche attiche
a vernice nera e a figure rosse di V sec. a.C., unitamente a materiali di IV e III
sec. a.C. che attestano che l’abitato, ampliatosi, è stato frequentato, ininterrottamente sino all’età repubblicana.
Rispetto alle aree abitative, le necropoli picene di Osimo sono purtroppo meno note. Su di esse non si hanno informazioni
e dati in merito alla tipologia delle singole sepolture, alla composizione dei corredi e alla loro organizzazione generale ed estensione. Si conoscono invece diversi gruppi di materiali in prevalenza frutto di rinvenimenti occasionali. Il sepolcreto di Monte S. Pietro dai materiali conservatisi in possesso di privati sembra documentare una fase più antica rispetto l’altro sepolcreto presso il Monte dei Fiorentini.
Se quest’ultimo infatti per la presenza di una kylix attica a figure rosse del Pitt. dello Splanchnoptes (460 a.C.) è assegnabile alla seconda età del Ferro (VI-V sec. a.C.), il primo è ascrivibile alla prima età del Ferro con materiali databili tra il IX el’VIII sec. a.C. Accanto a due morsi di cavallo in bronzo, si colloca un gruppo di fibule di bronzo di tipo a sanguisuga e a navicella con decorazioni geometriche incise.
Tra questi materiali oltre al morso di cavallo di tipo Veio con montanti a forma di cavallino schematico che evidenzia la comparsa di una classe di cavalieri e documenta rapporti con l’area etrusca, nell’VII sec. a.C. si segnala in modo particolare una fibula a navicella con staffa desinente a protome umana stilizzata che trova un puntuale confronto con esemplari analoghi da Numana. Europa questi sepolcreti del Musone si rivelano di straordinaria importanza. Documentano che lo stile lateniano c.d. di Waldalgesheim è stato elaborato e sviluppato dai Senoni dell’Adriatico e da questi poi trasmesso e diffuso in diverse sedi transalpine.
Del sepolcreto di S. Filippo di Osimo, individuato ed esplorato negli anni tra il 1914 e 1915, sono state messe in luce una
quindicina di tombe ad inumazione in fosse terragne di cui alcune con guerrieri con armi metalliche (spade e elmi) e altre con deposizioni femminili contraddistinte da ricchi ornamenti anche in metalli preziosi. Le ceramiche attiche, a vernice nera e a figure rosse e i vasi alto-adriatici, in prevalenza oinochoai, unitamente alle oreficerie e ad altri oggetti di importazione permettono di datare il sepolcreto entro la seconda metà del IV sec. a.C. (350-300 a.C.). Vale la pena di sottolineare la vicinanza topografica tra questo sepolcreto gallico e gli impianti produttivi di età romana messi in luce in contrada Monte Torto della stessa località di Casenuove.
In questa stessa fase culturale l’abitato piceno, insediatosi nella collina di Osimo, si trasforma in un oppidum di età medio e tardo-repubbblicana. Su questo insediamento purtroppo disponiamo di informazioni molto frammentarie e poco documentate. Sono stati raccolti invece numerosi materiali che, rimasti inediti, meritano, invece, grande attenzione.
Benché privi dei dati relativi ai contesti di provenienza, il loro semplice studio tipologico e cronologico si rivela di grande importanza, in quanto documentano una continuità di frequentazione del sito che, con una sua migliore conoscenza, può, comunque, contribuire a chiarire alcuni aspetti e problemi connessi alla costituzione della colonia romana e amplia, nello stesso tempo, le nostre conoscenze su un periodo storico ancora poco indagato in area medio-adriatica. Tra i materiali raccolti sia in occasione di sondaggi del 1957 sia a seguito di altri ritrovamenti fortuiti si segnalano anfore fittili tra cui un esemplare corinzio con graffito /\ E sul collo, alcuni esemplari di tipo greco-italico e altri di II e I sec. a.C. con timbri, anche rodii, lucerne a vernice nera di età tardo-repubblicana e ceramiche a vernice nera (con olpai, patere e piatti).