Ricorre quest’oggi l’anniversario della Liberazione di Osimo, avvenuta il 6 Luglio 1944. L’amministrazione comunale ricorda questa pagina di storia nella piena convinzione che si non debbano mai dimenticare il sacrificio, il coraggio e la generosità di quanti, tra soldati e civili, si adoperarono per ottenere la liberazione dall’egemonia nazifascista. Un traguardo glorioso, raggiunto anche grazie al sacrificio di tanti ragazzi osimani: giovani partigiani che non si piegarono alla tirannia e combatterono fino alla morte per la libertà e per il futuro dell’Italia Repubblicana. Le stele e i monumenti sparsi per Osimo rappresentano un modo per ricordare alle future generazioni quanto accaduto in passato. La memoria di quanti si sono sacrificati è mentore di altruismo e abnegazione in difesa dei principi fondamentali della Carta dei Diritti dell’Uomo e della Costituzione della Repubblica Italiana.
Brevi cenni di storia
Osimo, 6 Luglio 1944. Dopo giorni di combattimento nel tentativo di sfondamento delle linee nazifasciste provenienti da Acquaviva e poi su fino a Castelfidardo, Abbadia, San Sabino, Monte Ragolo, Monticello dei Frati, entrando da Porta Vaccaro a Est e da Via Rocca Pontelliana a Nord, in una Osimo che già festeggiava i partigiani del GAP Fabrizi, entravano in città le truppe polacche del generale Andres. La città di Osimo festeggiava così il ritorno alla Libertà: nei combattimenti persero la vita 16 partigiani osimani, decine di soldati polacchi che oggi riposano nel cimitero di Loreto, e 165 residenti, tra osimano e rifugiati, tra loro anche donne, bambini ed anziani.
dal libro “Passa il fronte nella Valle del Musone” di Massimo Morroni
(testimonianza resa
dal dott. Amilcare Cristallini)
“Di
primo mattino, fra gli applausi della popolazione, entrano in Osimo i militari
polacchi seguiti dai partigiani che si portano dietro prigionieri tedeschi.
Dalla finestra (abitavo nei locali attualmente occupati dall’ufficio del notaio
Bellaspiga) assisto alla sfilata la quale mi annuncia che il faticoso compito
di Commissario è finalmente terminato ( il 30 ottobre 1943era stato nominato
Commissario Prefettizio di Osimo). Giudico tuttavia opportumo recarmi in Comune
– anche col rischio di incappare in qualche scalmanato – poichè la mia assenza
potrebbe essere interpretata come un riconoscimento di colpa. Consapevole di
aver fatto soltanto il bene di Osimo verso le 11.00 raggiungo il Comune e,
saputo che nell’Ufficio già occupato dal Prefetto c’è l’avv. Oddo Marinelli (
Presidente del Comitato di Liberazione) mi faccio annunciare. Egli mi riceve
subito, mi viene incontro tendendomi la mano, mi ringrazia per l’opera svolt e
mi prega di rimanere in carica fino alla nomina del Sindaco. Confesso che non
mi aspettavo un’accoglienza così cordiale ed un riconoscimento così franco,
tanto più che non l’avevo mai visto nè conosciuto.”