Il Giorno del Ricordo, istituito con
legge del 2004, come già il giorno della Memoria da poco celebrato, ci fa
considerare quali e quanti drammi le popolazioni hanno subìto durante e dopo la
seconda guerra mondiale. Le premesse di odio e di sopraffazione che
avevano generato e alimentato il conflitto non si conclusero nemmeno con i
trattati di pace che modificarono molte frontiere, causando un grande movimento
di profughi, spesso nell’indifferenza generale.
Questo fenomeno non risparmiò l’Italia, quando il
10 febbraio 1947 entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di
Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, già Italiane ,
passarono alla Jugoslavia. Così
continuò il dramma della Venezia Giulia dove, in un clima di terrore, tanti
italiani, tra il 1943 e il 1945, erano già stati arrestati e divennero vittime
di esecuzioni sommarie o “ scomparvero” nelle foibe: infatti nella primavera
del 1947 cominciò l’esodo forzato di centinaia di migliaia di italiani che, per
non restare sotto il dominio jugoslavo, di cui avevano subito le rappresaglie,
preferirono abbandonare i luoghi dove avevano costruito la loro vita, ma furono
privati di tutti i loro beni. Una tragedia, questa, che non sempre trovò da
parte italiana il dovuto riconoscimento ed il conseguente sostegno. La celebrazione di oggi risulta più che mai significativa
per riaffermare la necessità del rispetto tra i popoli, cancellando ogni
risentimento e respingendo ogni odio etnico.
IL SINDACO
Dott.
Simone Pugnaloni