“Eppure non avrete il mio odio”. Lo ha scritto in una commovente lettera aperta, un giornalista francese che ha perso la moglie al Bataclan, durante gli attacchi terroristici di Parigi. “Non vi farò questo regalo di odiarvi - continua la lettera -. Voi lo volete, ma rispondere con l’odio alla rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza di cui siete fatti. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Perso. Il gioco è lo stesso e io sono lo stesso giocatore di prima”.
Parole che hanno risuonato anche stamattina (22
novembre ndr) sotto il loggiato di Osimo, quando è stata letta la lettera di
Antoine Leris.
“Eppure non avrete il mio odio”. Lo hanno
ripetuto insieme i cittadini osimani e le comunità islamica della nostra città
durante la manifestazione che, nonostante la pioggia, ha riunito prima in
piazza Duomo e poi in piazza Boccolino tanta gente, cattolica e musulmana. Per
dire no al terrorismo, alla disinformazione, alla paura, al pregiudizio, per
riconfermare il clima di solidarietà e fratellanza che accumuna i cittadini di
Osimo e le comunità islamiche. “Sono orgoglioso di incontravi e di essere
insieme a voi”, ha detto il sindaco Simone Pugnaloni, tendendo la mano ai
rappresentanti dei fratelli musulmani. “Questa manifestazione comune - ha
proseguito Pugnaloni – è il segnale della nostra solidarietà con Parigi, la
Francia e tutti i francesi. Un segno di fratellanza verso tutti coloro che sono
stati vittime del terrore, in ogni parte del mondo. La mia presenza e quella
dei miei collaboratori vuole rappresentare l’impegno dell’Amministrazione a
favorire un clima di solidarietà, di pace e fratellanza tra le nostre due
comunità”.
Alla manifestazione erano presenti l’Associazione
islamica culturale e sociale sportiva della pace di Osimo, con il suo
presidente Rami Abdelhapi. Assalam, il nome di questa associazione. Assalam,
che vuol dire pace. “Siamo qui - hanno detto - per dire no al terrore e alla paura.
E per confermare con forza che la nostra è una religione di pace, convivenza e
tolleranza. Non vogliamo che sia chiamata in causa per fatti terroristici. Tra
noi e gli assassini, non c’è niente in Comune”. Concetti ribaditi dal
rappresentante dell’altra associazione, La casa della cultura islamica nelle
Marche, e da Amina una ragazza nata ad Osimo ma di origini marocchine che ha
preso la parola. Concetti ribaditi infine dal parroco del Duomo, don Roberto
Pavan, che ha invitato alla preghiera e alla pace.
Prima dei discorsi ufficiali, la Banda di Osimo
aveva suonato l’Inno nazionale italiano, ed era stato trasmesso in
filodiffusione quello francese, La Marsigliese. Poi tutti stretti attorno al
braciere della verità e della speranza che ardeva al centro della piazza, con
tre bandiere attorno, quelle dell’Europa, della Francia e dell’Italia. E’ stato
deposto un mazzo di fiori, mentre la Banda suonava, tra la commozione dei
presenti, Il Silenzio. Molto toccante anche il momento in cui una ragazza
osimana, Veronica Pacini ha ricordato la sua amica Valeria Solesin, la
studentessa italiana morta durante gli attentati del 13 novembre scorso. “Era
una ragazza straordinaria - ha detto Veronica Pacini - stava programmando con
serietà il suo futuro. Il suo sorriso e il suo divertente dialetto veneziano
rimarranno per sempre nel mio cuore”.
La chiusura è stata affidata ai bambini, che sulle note della canzone di Jhon Lennon, ‘Imagine’ hanno lasciato volare verso il cielo grigio palloncini colorati, messaggio di pace e speranza.