Domenica 6 luglio 2014 il mio intervento, in Consiglio Comunale, in occasione del 70° Anniversario della Liberazione di Osimo
Il 6 luglio 1944 ha rappresentato, per la città di Osimo, il momento culminante dell’impegno di tanti, uomini e donne, che, con coraggio, convinzione e volontà che non temeva il sacrificio estremo, hanno dato il loro prezioso contributo, nell’ambito del più ampio movimento di liberazione del Paese dalla dominazione nazi-fascista.
Il loro sacrificio, sorretto e animato dai grandi valori che sono a fondamento dell’umana e civile convivenza, ci consente oggi di vivere in un Paese libero e democratico.
Credo, dunque, di rappresentare un sentimento unanime se dico che è particolarmente emozionante per noi celebrare oggi tutti insieme questa importante ricorrenza, intervenendo ad una seduta del Consiglio Comunale, luogo e manifestazione concreta della convivenza civica e democratica della nostra comunità.
Ricordare quanto è avvenutoè occasione straordinaria per trovare nelle azioni e nelle parole dei nostri concittadini, impegnati allora nella lotta per la liberazione, un nuovo orizzonte per affrontare i tempi difficili che stiamo vivendo oggi nel nostro Paese. E per noi Consiglieri comunali, che abbiamo il dovere di non dimenticare mai che siamo a servizio di questa città, riportare alla memoria quanto accaduto é un momento di riflessione utile per ritrovare nei protagonisti di quei giorni e nella ribellione fatta per amore della libertà, della dignità e della pace del nostro popolo, un riferimento morale alto .
E’ oggi importante ricordare che queste nostre terre, nelle quali ora la comunità osimana vive appieno la propria storia e la ricchezza dei tanti percorsi individuali che la caratterizzano e la connotano, 70 anni fa furono il teatro di un’aspra lotta durante la quale le formazioni partigiane spianarono la strada alle truppe polacche che liberarono la città dal tallone nazi-fascista. E noi ben sappiamo, grazie alle numerose testimonianze, che l’azione dei partigiani fu essenziale per impedire che nuovi lutti e drammatiche sciagure si abbattessero sulla nostra città.
Prendendo spunto da questi avvenimenti, in questo consesso, in questa giornata in cui la memoria di ciò che è stato viene celebrata come elemento fondante di ciò che siamo e di ciò che diverremo in futuro, voglio ora ribadire che i valori della Resistenza sono e saranno sempre il fondamento di ogni nostra azione, in tutti gli ambiti in cui si manifesta l’operare dei singoli e delle istituzioni.
E non potrebbe essere diversamente, dal momento che la Resistenza si pone certamente come fondamento delle nostre istituzioni e della nostra Costituzione, i cui principi, nel momento in cui ribadiscono la fedeltà ai valori più profondi della civile convivenza, rappresentano la netta negazione di ogni forma di oppressione e di violenza.
Essi rappresentano la difesa più convinta della pari dignità di ogni essere umano e di ogni cittadino, a prescindere da ogni possibile differenza. Ed è questo un elemento essenziale, dal momento che il venir meno di questi valori crea il fertile terreno in cui maturano le condizioni che determinano i conflitti.
Il richiamo alla Resistenza ed ai principi fondanti della nostra Costituzione, in particolar modo la difesa dell’uguaglianza fra tutti i cittadini, mi induce a sottolineare il ruolo fondamentale che le donne hanno saputo assumere ed interpretare anche e soprattutto nei momenti più drammatici che la nostra nazione ha attraversato.
Non a caso, Ferruccio Parri, comandante partigiano e figura di spicco nel panorama politico italiano, negli anni del dopoguerra ebbe a dire che “le donne furono la Resistenza dei resistenti”, dal momento che senza di loro sarebbe venuta meno l’organizzazione clandestina e senza le Staffette la sopravvivenza dei partigiani sarebbe stata più difficile. Erano loro a portare messaggi, medicine, cibo, giornali, armi, spesso a prezzo della vita. Insomma le donne non hanno solo preso parte alla lotta di liberazione, ma hanno fatto a pieno titolo la resistenza, partecipando con ruoli attivi e determinanti.
In questo contesto, come non ricordare e sottolineare il contributo fondamentale che venne dato anche da quelle donne osimane che ebbero il coraggio di sfidare le autorità fasciste e naziste. Mi riferisco a quanto accaduto nel dicembre del 1943 quando le filandaie osimane in grande maggioranza scioperarono, nonostante i ricatti e le minacce messi in atto dalle stesse autorità.
Ho voluto ribadire qui, oggi, il ruolo delle donne nella lotta di liberazione proprio perché troppo spesso, proprio a danno delle donne, vengono meno i principi di uguaglianza, di parità dei diritti, di rifiuto della violenza che sono a fondamento della nostra Costituzione.
Concludo il mio intervento rivolgendomi ai giovani ai quali spetta senza dubbio il compito più importante, ma anche più appassionante: ricordarsi di ciò che è stato e guardare al futuro, anzi costruire il futuro sulle fondamenta dei valori della libertà, dell’ uguaglianza e del ripudio della guerra come forma di risoluzione delle controversie. I giovani non devono e non possono prescindere da questi principi fondamentali, anzi devono difenderli e coltivarli prendendo attivamente parte alla vita civile e politica della nostra comunità. Ricordate che il 6 luglio 1944 cittadini osimani e giovani arrivati dalla Polonia restituirono alla nostra città la dignità e la libertà , aprendo la strada ad una ritrovata democrazia. E questo bene non deve essere considerato una scontata acquisizione , ma una conquista che va difesa e rinnovata giorno dopo giorno affinché dittature come il fascismo e il nazismo non abbiano più a germogliare nei nostri paesi.
Ed è proprio nel dirvi questo che voglio concludere con le parole immortali di Primo Levi che, nel raccontare l’orrore dei campi di concentramento, nella poesia” Se questo è un uomo” scrive versi che sono per tutti un monito ed un insegnamento:
“ Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi; ripetetele ai vostri figli.”Noi abbiamo questo compito, un compito che ci impegniamo a portare avanti rafforzati dal fatto che quei principi e quei valori per difendere i quali in tanti non esitarono a lottare sono ormai divenuti parte della nostra cultura e della nostra civiltà, a tal punto che quei popoli che durante la seconda guerra mondiale combatterono l’uno contro l’altro sono ora uniti nel comune ideale europeo.
E’ certamente questo il più bel dono che il sacrificio di chi allora ha combattuto per la libertà ci ha consegnato.
Paola Andreoni
Presidente del Consiglio Comunale di Osimo